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L’olio di CBD fa bene alla salute?

Che cos’è il CBD?

Il cannabidiolo, o CBD, è il figlio meno conosciuto della pianta di Cannabis sativa L..
Suo fratello più famoso è il tetraidrocannabinolo o THC, noto in quanto è il principio attivo della marijuana che fa sballare chi lo assume.
La pianta è originaria dell’Asia centrale e si pensa che sia stata usata per la prima volta come medicina o nei rituali intorno al 750 a.C., ma ci sono anche altre idee.

CBD e THC però sono solo 2 degli oltre 150 cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis e, seppur simili, hanno caratteristiche piuttosto diverse.

Innanzitutto il THC è un fitocannabinoide che, come anticipato, genera effetti psicotropi, il CBD invece, rappresenta uno dei costituenti bioattivi della Cannabis Sativa più utili dal punto di vista terapeutico, e non implica alcun effetto.

Analogamente, se il THC può far sentire più ansiosi, il CBD è un principio attivo che, regolando alcuni meccanismi, aiuta a ripristinare l’omeostasi (la capacità che ha il nostro organismo di autoregolarsi), mantenendo tutte le funzioni dell’organismo in equilibrio tra di loro.

Il THC infine, può provocare dipendenza, mentre all’opposto, il CBD viene considerato un elemento utile per aiutare le persone che cercano di disintossicarsi.

Roger Adams fu il primo a separare il CBD dalla cannabis nel 1940 ma solo più di un ventennio più tardi, nel 1963, la sua struttura fu pienamente compresa e dopo diverse ricerche, venne “deciso” che il THC era la parte “attiva” della cannabis.

Da allora la maggior parte della ricerca è stata condotta sul THC e quasi nessuna sul CBD. All’epoca si pensava che “attività” significasse “psicoattività”, effetto che, sebbene dimostrato solo nel THC, venne associato anche al CBD.

Col senno di poi questo si è dimostrato essere un peccato perché, a causa di questa convinzione, per molti anni sono state ignorate numerose proprietà del CBD che avrebbero potuto essere sfruttate fin da allora per aiutare le persone.

Sebbene come abbiamo visto, sia stato scoperto da oltre ottant’anni, il CBD è diventato un’importante area di ricerca solo negli ultimi anni. In particolare, i suoi effetti biologici sono stati oggetto di molti studi interessanti che ne indicano possibili usi terapeutici; in diversi modelli preclinici, ad esempio, il CBD ha dimostrato di essere in grado di ridurre l’infiammazione.

Questi e altri effetti devono essere ancora testati sulle persone per poter essere utilizzati nella pratica clinica dove, la mancanza di effetti psicoattivi e di altri effetti collaterali del CBD gli conferirebbe un vantaggio significativo rispetto ad altri cannabinoidi.
Un’altra area che necessita di ulteriori ricerche è lo studio di versioni sintetiche del CBD, più potenti ma con un buon rapporto terapeutico.

Problemi cutanei che causano infiammazione

Recenti studi dimostrano che alcuni cannabinoidi, oltre a ridurre l’infiammazione, bloccano il prurito, rallentano l’invecchiamento ed hanno un importante impatto nella battaglia contro il cancro. Per molti esperti questi effetti si verificano quando il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide della pelle.

Alcune condizioni della pelle che possono migliorare se trattate con il CBD sono:

  • Acne dermatite atopica
  • Cancro della pelle da psoriasi
  • Dolore cutaneo pruriginoso

Studi su cellule hanno dimostrato che il CBD impedisce inoltre alle ghiandole sebacee di infiammarsi e causare l’acne. Ovviamente, prima che i medici possano raccomandarne l’utilizzo, i ricercatori devono testarli su persone reali.

Allevia il dolore e l’infiammazione

Studi attualmente in corso negli Stati Uniti dimostrano che il CBD funziona anche per trattare il dolore cronico non causato dal cancro.
In una ricerca del 2020, a un gruppo di persone affette da neuropatia periferica sintomatica (causata cioè da nervi danneggiati nel cervello o nel midollo spinale), è stato somministrato CBD per via topica, mentre ad un altro gruppo con la stessa patologia è stato somministrato un placebo.

Rispetto a coloro che hanno usato il placebo, quelli che hanno usato il CBD hanno avuto una significativa diminuzione dei dolori acuti ed intensi e delle sensazioni di freddo e prurito. Nessuno dei partecipanti ha dichiarato di aver avuto importanti effetti collaterali.

Quando l’olio di CBD viene applicato sulla pelle non ha lo stesso effetto sull’intero organismo di quando viene immesso direttamente nel flusso sanguigno, applicato sulla pelle però tratta il dolore in un’area specifica e dunque può avere un effetto più immediato in quanto il contatto è più diretto.

I ricercatori hanno esaminato anche come il CBD possa aiutare le persone a contrastare il dolore.
Uno studio del 2020, randomizzato e controllato con placebo, ha osservato l’effetto che l’olio di CBD ha avuto sulle persone affette da neuropatia periferica delle gambe non tumorale che lo hanno utilizzato sulla pelle.

In questo screening alcuni dei soggetti coinvolti hanno ricevuto 250 mg di CBD disciolti in 90ml di olio mentre altri il farmaco placebo.
Dopo 4 settimane di trattamento, le persone che avevano applicato l’olio di CBD dichiaravano dolori meno intensi ed una ridotta sensazione di freddo e prurito.
Inoltre, come dimostrato dai dati, nessuno dei partecipanti ha riportato alcun effetto collaterale.
Anche se i risultati di questo studio sono promettenti e lasciano ben sperare, la ricerca è stata fatta solo su un campione ridotto, di sole 29 persone, e dunque è necessario condurre ulteriori ricerche per confermarne i risultati.

Attenua gli effetti del PTSD

Un’altra ricerca che fa ben sperare riguardo i potenziali benefici del CBD arriva da un piccolo studio del 2018 pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine: 11 persone affette da Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) hanno assunto CBD assieme alle loro normali cure psichiatriche per un periodo di otto settimane.
10 su 11 hanno visto migliorare i loro sintomi di PTSD ed i ricercatori che hanno seguito il test affermano che il CBD è stato ben tollerato dalla maggior parte di loro.

Margaret Rajnic, che ha un dottorato in infermieristica e molta esperienza con la Cannabis medica e il CBD, afferma che la terapia dovrebbe essere usata “con qualsiasi tipo di cannabis o CBD per trattare il PTSD”.
Ed ancora che: “per il PTSD è necessaria una certa dose di terapia, ma il CBD aiuta a sentirsi un po’ meno stressati“.

Riguardo al trattamento del PTSD ci sono altri quattro interessanti studi condotti tra il 2012 e il 2016 che suggeriscono che il CBD possa aiutare a ridurre i sintomi.
Tuttavia, alcuni di questi oltre al CBD hanno utilizzato anche il THC che però, come ricordato, è il cannabinoide che causa effetti psicotropi.
Quando il THC e il CBD lavorano insieme, generano quello che viene chiamato “effetto entourage”, un’azione sinergica che ne amplifica i singoli benefici realizzando un effetto totale che supera la semplice somma dei singoli effetti.
Ad esempio, l’assunzione della stessa quantità di THC e CBD insieme rende meno intenso lo “sballo” da THC, mentre l’assunzione di una piccola quantità di THC con molto CBD rende più forti gli effetti del CBD.

Aiuta a rallentare i primi segni di artrite

L’artrite è quella patologia a causa della quale i tessuti all’interno ed attorno alle articolazioni si rompono e, sebbene ne esistano diversi tipi, alcuni sintomi sono comuni a tutte come il dolore, la rigidità e la difficoltà di movimento.

La maggior parte dei trattamenti per l’artrite si concentra sull’attenuazione del dolore e sul miglioramento del funzionamento delle articolazioni.
Uno studio del 2006 condotto su 58 persone affette da artrite reumatoide ha rilevato che il Sativex, un farmaco a base di erbe e CBD, ha aiutato coloro che lo hanno assunto a dormire meglio ed a muoversi con meno difficoltà riducendo loro il dolore e impedendo il peggioramento della malattia.
Il Sativex – approvato nel Regno Unito dal 2010 – ha avuto un importante efficacia anche nel far provare ai soggetti coinvolti minor dolore in situazioni di riposo.

Più recentemente, nel 2018, in uno studio basato su un trattamento più localizzato condotto su persone con dolori al ginocchio dovuti all’osteoartrite, è stata somministrata ogni giorno una dose di 250 o 500 mg di un gel di CBD sintetico.
Oltre all’acetaminofene, i pazienti hanno smesso di assumere altri antidolorifici o antinfiammatori prima e durante lo studio.

Riassumendo

L’olio di CBD è stato studiato per vedere se può aiutare ad alleviare i sintomi di molti problemi come ad esempio l’ansia ed i disturbi neurologici (ad es. le crisi epilettiche). Inoltre, potrebbe essere utile anche per il cuore ed anche aiutare a contrastare il dolore.

Alcune persone però usano l’olio di CBD per trattare problemi di salute che non sono ancora stati studiati a fondo dagli scienziati e, sebbene i risultati siano estremamente promettenti e gli studi dimostrino che il CBD ha pochissimi effetti collaterali, sono necessarie ulteriori ricerche per determinare quanto sia efficace per le diverse condizioni mediche.

Se volete provare il CBD per trattare un problema di salute o per migliorare la vostra salute generale, parlatene prima con un medico. Può aiutarvi a decidere se è una buona idea aggiungere un prodotto a base di CBD alla vostra routine e aiutarvi a scegliere quello migliore. A maggior ragione se lo stesso deve interagire con altri farmaci.

Potreste scoprire che la vostra salute generale migliora, il rischio di ammalarvi diminuisce, il vostro umore migliora, l’ansia e la depressione spariscono e avrete più energia.

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